Abbiamo creato il nostro Global ESG Index nel 2018 per monitorare i progressi fatti in direzione degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG's) definiti dalle Nazioni Unite tre anni prima.

Questo indice valuta e classifica 135 paesi in base a 19 indicatori ambientali, sociali e di governance (ESG) per aiutare l'analisi e le decisioni di investimento.

Questo indice valuta e classifica 135 paesi in base a 19 indicatori ESG per aiutare l'analisi e le decisioni di investimento.

Ogni anno aggiorniamo i risultati in base agli sviluppi che plasmano un contesto globale in continuo cambiamento. Di seguito sono riassunte le principali conclusioni dell'ultima revisione:

  • I paesi scandinavi continuano a dominare la classifica. La Svezia si attesta al primo posto, seguita da Svizzera, Finlandia, Norvegia e Danimarca. Giappone e Corea del Sud sono gli unici paesi asiatici nella rosa dei primi 20 (vedi Figura 1).
  • Gli indici ESG macro tendono a favorire i mercati sviluppati, a causa dell'alta correlazione tra tenore di vita e livello di sostenibilità. Una volta che i punteggi vengono aggiustati in base al livello di sviluppo economico di ciascun paese, tra i primi 20 troviamo anche alcune nazioni africane, come Liberia e Malawi.
  • Per la maggior parte delle economie in cima alla classifica l'intensità delle emissioni di carbonio è l'indicatore che ha registrato il miglioramento più sensibile. Tuttavia, le emissioni (e le relative traiettorie) continuano a essere decisamente troppo elevate in quasi tutti i paesi, un andamento in netto contrasto con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico.
  • Gli indicatori politici e di governance hanno accusato un deterioramento in tutti i principali mercati di investimento dal 2012 in poi. In generale sono peggiorati anche i punteggi che riguardano i fattori sociali, essenzialmente a causa dell'integrazione, nei nostri indicatori ESG, di parametri volti a misurare la diseguaglianza di reddito.
  • Gli Stati Uniti continuano a perdere terreno nella nostra classifica e al momento si attestano al 25° posto nell'indice grezzo e al 64° nella classifica aggiustata per le condizioni di sviluppo economico, un ribasso attribuibile in larga parte alla performance politica e di governance registrata nel quadriennio 2017-2021 della presidenza Trump.
  • I fattori che determinano il punteggio ESG macro della Cina sono più complessi. Da un lato nell'ultimo decennio la corruzione è diminuita, l'intensità delle emissioni è scesa, il paese si è affermato come leader nella produzione di tecnologie rinnovabili e il governo ha introdotto misure per attenuare gli squilibri economici. D'altro canto però i consumi e gli investimenti in combustibili fossili del paese sono alti rispetto al suo livello di sviluppo. Anche i punteggi relativi alla libertà di espressione e gli indicatori di uguaglianza sociale incidono negativamente sul risultato complessivo.
  • Dopo l'invasione dell'Ucraina, la performance ESG macro della Russia è stata valutata con estrema attenzione. Come prevedibile, il principale contributo negativo proviene dalla governance politica, a causa della progressiva erosione della libertà di espressione e delle istituzioni democratiche sotto il regime Putin.
  • Gli indici ESG globali e aggiustati per il livello di sviluppo delle varie economie non tengono direttamente conto dei conflitti interni ed esterni o dei rischi di conflitti futuri. Stiamo studiando un modo per incorporare sistematicamente questi fattori nelle prossime versioni dell'indice.

Figura 1: Top ESG performer

Chart

Fonte: abrdn, UN, Yale EPI, IDEA, V-Dem, ICRG, Happiness Report, World Bank, World Inequality Database (agosto 2021).

Tutti gli indicatori sono indicizzati da 0 a 100 e aggiustati in modo che al numero più alto corrisponda un punteggio migliore.

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