Un anno fa abbiamo pubblicato la nostra analisi degli scenari climatici 2021, che ci ha aiutati a rispondere a molte delle domande riguardanti le implicazioni della transizione climatica e dei rischi fisici sugli investimenti.

Lo studio faceva leva sul nostro lavoro precedente, con cui avevamo definito un nuovo approccio per integrare i rischi e le opportunità associati al clima nei nostri processi di investimento e nelle soluzioni per i clienti.

L’analisi di scenario prevede una modellizzazione delle conseguenze dei vari esiti climatici sui prezzi degli asset – in funzione delle diverse politiche climatiche e dei percorsi di sviluppo della tecnologia.

In cosa si distingue la nostra analisi?

La nostra non è una soluzione standard pronta all’uso. Ampliamo la nostra visuale inserendo scenari personalizzati più realistici, elaborati per includere ipotesi settoriali e regionali più sfaccettate.

Queste ultime possono inoltre essere aggiornate per riflettere eventuali modifiche credibili nella politica, nella tecnologia e nella struttura dei mercati, nonché le modalità con cui le aziende si adattano alla transizione energetica.

Sviluppando un’ampia gamma di scenari, a ciascuno dei quali viene assegnata una probabilità, acquisiamo inoltre degli spunti utili in merito alla possibile “via intermedia”. In questo modo otteniamo una visione più realistica rispetto a una tipica analisi del rischio di coda, che aiuta gli investitori a prendere decisioni migliori.

È tempo di un nuovo aggiornamento

Dopo 12 mesi, ci sono ulteriori evidenze della disparità tra le ambizioni per il clima e l’azione vera e propria – il cosiddetto gap di credibilità – che ci hanno aiutati a orientare il nostro processo di innovazione continua e a redigere l’ultimo aggiornamento.

Nell’ Analisi degli scenari climatici 2022 valutiamo i nuovi sviluppi emersi nell’ultimo anno e come gli stessi abbiano modificato alcune delle ipotesi alla base dell’analisi.

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I Big 4 nel 2022

Lo scorso anno sono avvenuti quattro eventi rilevanti per l’elaborazione di questo aggiornamento:

  1. Guerra in Ucraina – Il conflitto ha determinato un aumento dei prezzi globali, che ha trainato fortemente al rialzo il costo relativo dell’energia tratta dai combustibili fossili.
  2. Compromissione dell’azione per il clima – I governi hanno dovuto ripensare alle loro politiche per l’energia e il clima, focalizzandosi maggiormente sulla sicurezza e l’accessibilità economica dell’energia.
  3. Revisioni delle previsioni economiche – Gli analisti sono stati sorpresi dalla solidità della ripresa post-Covid. Le nuove view sul ritmo della crescita economica hanno rivalutato al rialzo l’entità e la composizione geografica a lungo termine del mercato globale dell’energia.
  4. Modifiche nei pattern d’uso dell’energia – Il costo relativo delle tecnologie per l'energia rinnovabile è calato più del previsto. Dal nostro ultimo aggiornamento, il tasso di penetrazione delle rinnovabili e gli investimenti sono aumentati più rapidamente. Anche le valutazioni dei futuri cambiamenti sul fronte della tecnologia sono ora più ottimistiche.

Considerazioni principali

  • Aggiornamento dell’analisi
    Abbiamo inserito un “blending” nei nostri scenari personalizzati al fine di renderli più sfaccettati e realistici, e abbiamo aggiunto un nuovo scenario (risposta politica inevitabile); abbiamo aggiornato il nostro scenario di base (che riflette ciò che scontano i mercati) e le probabilità assegnate a ciascuno scenario; abbiamo modificato il nostro modo di valutare la probabilità di default per gli investimenti obbligazionari.

  • Modifiche nella portata, velocità, composizione della transizione energetica
    Riteniamo che gli obiettivi per il clima più ambiziosi e la maggiore accessibilità economica della tecnologia a basso impatto di carbonio incentiveranno la decarbonizzazione e ridurranno i costi. Ci aspettiamo inoltre un aumento della domanda complessiva di energia, oltre che della domanda di gas nei Paesi in via di sviluppo.

  • Temperature più alte nello scenario “medio”
    L’aumento della temperatura globale raggiungerà i 2,3°C (in salita rispetto ai 2,2°C del nostro aggiornamento precedente) sopra il livello pre-industriale nel nostro scenario “medio”, quello più probabile. Questo significa che il mondo si sta ulteriormente allontanando dal raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015. Le politiche globali non incentivano a sufficienza gli investitori affinché supportino gli obiettivi per il clima.

  • Nessuna variazione nei leader e ritardatari della decarbonizzazione a livello regionale e settoriale
    I mercati sviluppati (MS) fanno più progressi nella decarbonizzazione rispetto ai mercati emergenti (ME). Nei MS, l’Europa è l’area più avanzata in termini di decarbonizzazione, gli Stati Uniti sono i più arretrati. Nell’ambito dei ME, la Cina si trova su una traiettoria di transizione più rapida rispetto agli altri Paesi. I settori dell’energia e dei trasporti trainano l’industria e l’edilizia, ma ci sono state alcune variazioni nella velocità e nella completezza della transizione nelle varie regioni e settori.

  • Informazioni fruibili circa la dispersione tra/nei settori
    I rischi e le opportunità legati al clima sono soprattutto un fenomeno microeconomico che interessa i singoli titoli. Un impatto marginale a livello di settore può nascondere variazioni più rilevanti a livello subsettoriale. Prendiamo ad esempio i titoli industriali: molte compagnie aeree e navali sono fortemente penalizzate dai costi elevati del carbonio, che sono difficili da abbattere; dall’altra parte, molte aziende attive nell’energia elettrica o nella costruzione ed engineering beneficiano della maggiore domanda di infrastrutture verdi.

  • Identificare i leader credibili della transiziones
    Questo aggiornamento integra nell’analisi i target aziendali. Tramite un’integrazione con il nostro quadro di riferimento per la credibilità dell’azione sul clima, possiamo considerare l’ambizione dei piani climatici e valutare se le iniziative intraprese sono all’altezza di quanto dichiarato. Tenere in considerazione i target rettificati in funzione della credibilità può avere conseguenze rilevanti sui prezzi degli asset, soprattutto per le società attive nei servizi di pubblica utilità.