Come per la maggior parte degli asset rischiosi globali, il 2022 è stato un anno difficile per le obbligazioni investment grade (IG) in euro. Il motivo? Una tempesta quasi perfetta di circostanze negative. In particolare si è ripresentata con prepotenza l’inflazione, che ha indotto le banche centrali ad alzare aggressivamente i tassi di interesse, partendo da livelli storicamente ridotti. Elemento ancora più imprevisto, il 2022 è stato l’anno del ritorno della guerra in Europa, che ha a sua volta esacerbato i problemi inflazionistici e sollevato grosse preoccupazioni in merito alla sicurezza energetica e ai rischi di recessione nella regione.
Ma l’inizio del 2023 ha portato con sé buone notizie: tutti i principali trend negativi dell’anno precedente stanno invertendo la rotta. Nel frattempo, le migliori valutazioni si riflettono in rendimenti “all-in” interessanti. Tutto questo fa sperare che la recente ripresa del credito IG in euro possa durare, così come la tendenza di lungo periodo in base a cui gli anni negativi, in termini di rendimenti complessivi, sono seguiti da anni positivi.

Rendimenti complessivi 12 mesi indice Bloomberg Barclays European Aggregate Corporates

Fonte: abrdn, Barclays Live, 31 dicembre 2022. Le performance passate non costituiscono un riferimento per il futuro.

Inflazione nella giusta direzione

In primo luogo, il calo delle pressioni inflazionistiche favorisce le prospettive per il credito IG in euro. Come mostrato sotto, l’inflazione pari al 10,6% su base annua raggiunta nell’Eurozona a ottobre sembra essere stato un picco, considerando i successivi dati mensili di 10,1%, 9,2% e 8,6%. Questa tendenza dovrebbe proseguire nei mesi a venire, grazie a un sostanziale calo dei prezzi dell’energia, al ridimensionamento dei problemi della filiera a ad effetti base sempre più favorevoli. Da parte sua la Banca Centrale Europea (BCE) prevede un’inflazione nell’Eurozona pari al 3,6% a dicembre 2023.

Inflazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona

Source: Bloomberg, Febbraio 2023.

Grazie alle prospettive inflazionistiche più positive, la BCE non sarà più sotto estrema pressione per continuare ad alzare i tassi di interesse in maniera aggressiva. A tal proposito vale la pena ricordare che il 2022 ha fatto da sfondo a uno straordinario aumento dei rendimenti dei bund decennali, passati da -0,18% all’inizio dell’anno a +2,57% alla fine, a discapito di tutte le obbligazioni in euro. Per quanto riguarda l’outlook, tuttavia, sebbene siano previsti ulteriori rialzi da parte della BCE nel 2023, sembrano già ampiamente scontati nelle aspettative di mercato attuali, con scarsi rischi di superamento. Per questo il rischio di ribasso derivante da ulteriori incrementi dei rendimenti dei bund appare limitato.

Calo dei prezzi del gas e la paura della recessione

Nel 2022 l’altro problema chiave per i mercati delle obbligazioni in euro è stato il rincaro senza precedenti dei prezzi del gas. L’impatto estremamente negativo sui consumatori e le imprese ha alimentato una paura concreta di una recessione. Di fatto, l’incremento di quasi quattro volte nei prezzi del gas naturale alla fine di agosto era collegato in gran parte al timore di una potenziale interruzione delle forniture dovuta alla guerra in Ucraina. Ad ogni modo tale timore si è ridimensionato: i prezzi del gas sono scesi dell’85% rispetto al picco dello scorso anno e sono tornati ai livelli precedenti la guerra.

Guardando al futuro riteniamo che la probabilità di un altro significativo rialzo nei prezzi del gas nel corso di questo e del prossimo inverno dovrebbe essere ridotta dalla migliore diversificazione dell’offerta di gas in Europa e dall’aumento delle scorte. Di conseguenza il rischio di recessione per l’Europa è diminuito di molto, favorendo ampiamente le obbligazioni corporate in euro.

La riapertura della Cina è un fattore positivo per l'Europa

Seppur non fondamentale come quelli citati in precedenza, un altro fattore positivo è il netto miglioramento delle prospettive di crescita della Cina a seguito della recente “riapertura”. Il settore corporate europeo ha un’esposizione relativamente elevata alla Cina tramite i canali del commercio e del turismo. In termini di scambi totali (esportazioni e importazioni), la Cina è il principale partner commerciale dell’UE (16% del totale nel 2021). La crescita post-zero-Covid della Cina sarà probabilmente trainata dai consumi, che dovrebbero favorire le esportazioni di beni europei.

Sul fronte dei viaggi, il ruolo sempre più importante della Cina come “importatore” di servizi di viaggio è spesso sottovalutato. Dopo il recente allentamento delle regole sui movimenti in uscita, l’Europa dovrebbe essere tra i principali beneficiari dei maggiori afflussi di turisti cinesi. Combinando tutti i canali, riteniamo che un incremento dell’1% nel PIL reale della Cina dovrebbe tradursi in un rialzo pari a 0,1-0,2% nella crescita dell’Europa.

“…Vale la pena ricordare che solo ad agosto 2021 il rendimento all-in delle obbligazioni corporate IG in euro era inferiore allo 0,2%.”

Valutazioni e rendimenti

L’altro fattore critico per il credito IG in euro sono le valutazioni più interessanti, che si riflettono in rendimenti “all-in” a livello di indice superiori al 4%. Il motivo sono i rendimenti dei bund nettamente più elevati e gli spread creditizi superiori alle medie di lungo periodo, nonostante la significativa compressione degli ultimi mesi quando la paura della recessione è passata. A titolo di confronto, solo ad agosto 2021 il rendimento all-in per le obbligazioni corporate IG in euro era inferiore allo 0,2%.

Rendimenti obbligazioni IG europee ai massimi in oltre 10 anni

Source: Bloomberg, February 2023. Le performance passate non costituiscono un riferimento per il futuro

Costi di copertura in euro

Un ulteriore elemento da sottolineare, soprattutto per gli investitori statunitensi e quelli che investono in dollari USA, è il recente calo del costo della copertura in euro. Tenendo in considerazione queste variazioni, il mercato del credito IG in euro, con una netta inversione rispetto alla media degli ultimi anni, offre oggi un rendimento con copertura valutaria nettamente superiore (circa +120 pb) rispetto al rendimento delle obbligazioni corporate IG in dollari USA.

Per concludere 

Nonostante il rally registrato dai picchi minimi dello scorso anno, siamo ottimisti in merito all’outlook 2023 per il credito IG in euro grazie all'inversione delle tendenze negative dello scorso anno, tra cui un calo dell’inflazione, un minore rischio di recessione e prospettive di crescita molto più solide per la Cina. Nel frattempo, anche il quadro di valutazione è migliorato nettamente grazie a rendimenti all-in ora superiori al 4%.