Gli investitori possono avere un impatto utilizzando il proprio voto. Siamo consapevoli della nostra responsabilità di voto nelle delibere che interessano le società in cui investiamo.

Non c'è da sorprendersi se le delibere di natura ambientale e sociale siano in aumento, con il cambiamento climatico e le pratiche di assunzione in primo piano. L'anno scorso abbiamo votato in merito a circa 280 di queste delibere, esprimendoci a favore nel 49% dei casi, contro nel 50% e astenendoci nell'1%. In generale, sosteniamo le delibere relative al clima, alla diversità e all'inclusione. Tuttavia, è fondamentale che tali delibere siano ragionevoli e favoriscano miglioramenti reali nelle aziende. Se non rispondono a tali requisiti, non esitiamo a votare contro.

Cambiamento climatico

Ci aspettiamo che le aziende in cui investiamo dimostrino chiaramente il loro percorso verso obiettivi allineati all'Accordo di Parigi. Desideriamo inoltre avere prove concrete di tale azione. Abbiamo un sistema di classificazione per punteggi che ci consente di identificare le società in ritardo su questo fronte. Ci impegniamo nelle votazioni alle assemblee generali degli azionisti e le utilizziamo per mandare un messaggio forte alle aziende che non si assumono le proprie responsabilità.

Ci aspettiamo che le aziende in cui investiamo dimostrino chiaramente il loro percorso verso obiettivi allineati all'Accordo di Parigi.

Dall'anno scorso, la nostra politica è votare contro il presidente del comitato di verifica se riteniamo che un'azienda possa fare molto di più per migliorare il proprio impegno contro il cambiamento climatico. Se quella persona non si candida per le elezioni, votiamo contro i report e i rendiconti annuali. Questo approccio enfatizza l'importanza che attribuiamo alla trasparenza e all'azione in relazione al clima. Dimostra inoltre che siamo disposti a intensificare l'impegno per esortare gli amministratori ad assumersi una responsabilità personale. Ad esempio, la nostra valutazione interna ha classificato Berkshire Hathaway, la società d'investimento gestita dal noto investitore Warren Buffet, come ritardataria nella tutela ambientale. Per sottolineare tale aspetto e incoraggiare all'azione, abbiamo votato contro la rielezione del presidente del comitato di governance.

Potrebbe non sorprendere che le società nei settori dei servizi pubblici, bancario e oil&gas siano quelle che incontrano il maggior numero di delibere circa i loro piani per mitigare il cambiamento climatico. Negli USA, anche le delibere relative all'attività di lobbying e ai contributi politici delle aziende rappresentano temi significativi, in Giappone, per contro, un argomento ricorrente riguarda l'energia nucleare. All'assemblea annuale degli azionisti di Exxon Mobil, abbiamo votato a favore dell'elezione di nuovi amministratori dissidenti, impegnati per l'accelerazione dei piani di transizione energetica della multinazionale petrolifera. Siamo quindi stati lieti di vedere nominati tali amministratori.

Abbiamo votato a favore di una delibera che chiedeva alla multinazionale di relazionare circa la propria attività di lobbying relativa al clima, che è stata approvata. Abbiamo inoltre appoggiato la richiesta che l'azienda pubblicasse un rapporto di audit su come gli scenari climatici Net Zero 2050 incidessero sulle proprie finanze. Questa non è stata approvata, ma ha ottenuto il 49,4% dei voti a favore, indicando una solida base su cui costruire azioni future.

Pratiche di assunzione

Nel 2021 abbiamo assistito a un aumento delle delibere relative alle pratiche di assunzione. Uno dei temi fondamentali ha riguardato le verifiche sul pari trattamento razziale; abbiamo votato a favore nel 90% di tali delibere. Abbiamo inoltre appoggiato tutte quelle delibere rivolte a banche e altre società di servizi finanziari, poiché riteniamo che tali aziende debbano esaminare e migliorare il concetto di diversità al loro interno. La banca d'investimento Goldman Sachs è stata una delle società che hanno ricevuto una proposta degli azionisti che chiedeva una relazione sul tema dell'uguaglianza etnica. Abbiamo votato a favore di tale delibera, che non è stata approvata. Essendoci confrontati con la società, tuttavia, siamo stati colpiti dalle misure adottate e dai piani implementati per affrontare il problema. È opportuno che l'azienda misuri il successo di tali strategie.

Abbiamo votato a favore del 70% delle delibere che chiedevano alle aziende di relazionare sul modo in cui valutano e gestiscono i rischi legati ai diritti umani. La nostra posizione a riguardo è chiara: ci aspettiamo che le società dimostrino come conducono la due diligence sui diritti umani per il loro prodotti e le loro pratiche. Esigiamo che le aziende si accertino che i loro prodotti e servizi non violino i diritti umani. A questo proposito i progressi delle tecnologie di sorveglianza elettronica e dei software di riconoscimento facciale sono causa di preoccupazioni crescenti.

Una delibera degli azionisti proponeva che Amazon riferisse circa i potenziali impatti sui diritti umani del dispositivo di riconoscimento facciale Rekognition. Abbiamo votato a favore della delibera, che non è stata approvata, poiché l'azienda avrebbe probabilmente tratto vantaggio da un rapporto indipendente su come il proprio processo di due diligence determini se l'uso dei loro prodotti o servizi da parte dei clienti contribuisce a violazioni dei diritti umani. La decisione dell'azienda di porre una moratoria di un anno all'utilizzo del prodotto Rekognition da parte del dipartimento di polizia indica il riconoscimento di rischi potenziali associati a tale tecnologia.

Diversità e inclusione

In qualità di asset manager a livello globale, riconosciamo l'importanza di tenere in considerazione le differenze regionali. Desideriamo vedere una diversità e un'inclusione molto maggiori nei CDA aziendali. Questo perché riteniamo che le aziende che fanno progressi in questo campo siano meglio posizionate per una migliore sostenibilità e performance nel lungo termine. Laddove le società non rispondono alle nostre aspettative, generalmente votiamo contro il presidente del comitato di nomina o contro i report e i rendiconti annuali. Tuttavia, comprendiamo che diversi paesi e aree geografiche possano progredire a velocità diverse e teniamo conto di tale aspetto (vedi tabella 1).

Conclusioni

Utilizzando la capacità di farci ascoltare e il diritto di voto accordatici dai nostri clienti, possiamo impegnarci ad aiutare le aziende a modellare la loro narrativa per il futuro. Siamo stati in grado di assistere a questo processo in prima persona. Una delibera radicale che oggi ottiene solo una manciata di voti, domani potrebbe essere la nuova e coraggiosa direzione appoggiata da tutto il CDA. Siamo orgogliosi di fare la nostra parte nelle trasformazioni che gli azionisti possono portare dentro i consigli d'amministrazione.

Le società menzionate sono state scelte solo per scopi esemplificativi, al fine di illustrare lo stile di gestione degli investimenti qui descritto. Ciò non rappresenta una raccomandazione d'investimento né un'indicazione della performance futura.

 

1. Di seguito vengono illustrate in sintesi le differenze regionali in termini di rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione

Geografia Aspettative
Australia Prevediamo una composizione del CDA al 40% maschile, 40% femminile e 20% qualunque genere
Europa Abbiamo preso in esame cinque paesi, sulla base dell'esposizione e della maggiore possibilità di fare pressione per il cambiamento, richiamando le aziende a fare di più al fine di migliorare la diversità nell'esecutivo
Mercati emergenti Ci aspettiamo che le società abbiano almeno una donna nel proprio consiglio di amministrazione
Regno Unito Le nostre aspettative sono in linea con le raccomandazioni delle analisi Hampton-Alexander e Parker
USA Ci aspettiamo una rappresentanza femminile del 25% nei CDA (da aumentare al 30% nel 2023) e un presidente di diversa provenienza etnica o razziale